Sono nata nell’epoca sbagliata

09.01.2025

Se si parla di terracotta cinese le sinapsi si accendono e si vedono i famosi scavi tombali con un imponente esercito in attesa.

In attesa di essere scoperto, di essere guardato , ammirato ; in attesa di far riportare alla luce la grandezza delle Dinastie degli imperatori.

Se andate a scavare nella memoria, avrete sicuramente sentito menzionare l’esercito di terracotta, rinvenuto nel 1974 vicino alla città di Xi’an, nella provincia di Shaanxi.

La tomba in questione era quella del primo imperatore cinese, Qin Shi Huang che governò dal 221 al 210 a.C. e unificò la Cina sotto la Dinastia Qin.

Questo imponente esercito (circa 8’000 statue di soldati) fu ritrovato per caso da un gruppo di contadini incaricati di scavare un pozzo. 

Avrei voluto vedere le loro facce…

Se lì, con una pala in mano e fai una delle più grandi scoperte archeologiche della storia.

L’esercito era composto, come detto, da circa 8’000 statue di soldati ma anche da cavalli, carri, lance e armature, tutti realizzati  in terracotta e schierati per proteggere l’imperatore nell’aldilà.

Secondo la religione tradizionale cinese,  l’anima del defunto doveva essere protetta e guidata attraverso il passaggio dalla vita terrena all’aldilà : queste statue dovevano proteggere l’imperatore e mantenere la sua potenza ed il suo prestigio anche dopo la morte. In molte tombe imperiali, le statue rappresentavo persone che il defunto avrebbe potuto incontrare nell’aldilà, come servitori o guardie. Questo legame con il mondo terreno era visto come una forma di continuità : il defunto continuava a vivere con la stessa dignità, potere e status che aveva durante la sua vita.  La presenza nelle tombe di altre rappresentazioni, come quella di animali , assumevano anche significato simbolico : l’animale associato al defunto , rappresentava la sua forza e la sua prosperità durante tutta la sua vita terrena. Infatti, il numero, la maestosità e l’accuratezza delle statue nelle tombe erano, non solo a scopo simbolico o religioso, ma anche una vera e propria esibizione di potere e ricchezza. 

La tomba di Qin Shi Huang, strano a dirsi, voleva quindi dimostrare l’immenso potere e prestigio che l’imperatore aveva accumulato durante il suo regno.

Ma questo lo sapevate già, ne sono certa.

Ho fatto tutto questo lungo preambolo per introdurvi, sì la terracotta, ma la figura femminile nella terracotta. Quindi, abbandoniamo per un attimo armature, paramenti e sguardi truci e ammorbidiamo i pensieri.

Quindi eccola.

La mia fat lady

La mia adorata fat lady

E’ bella, bellissima, felice, fiera.

Ha un’aura di beatitudine ma anche di rispetto.

Altera ma non altezzosa.

Il volto è tondo, le guance e le labbra sono dipinte con tracce rosate e i capelli, raccolti sulla sommità del capo, sono acconciati con un elaborato chignon ondeggiante all’incedere della donna.

Aaahhh…li vorrei io dei capelli così.

Abbigliata con una lunga veste policroma, decorata con fiori di giglio, lascia intravedere le forme opulente che, presso la corte dei Tang, venivano considerate di grande fascino.

Sono nata nell’epoca sbagliata, questo è certo.

Le riproduzioni in terracotta di donne sinuose e morbide, pur non essendo una categoria esclusiva della produzione artistica Tang , sono diventate un simbolo associato ad un particolare stile figurativo dell’epoca, sopratutto nel contesto delle sepolture aristocratiche e nelle tombe di alto rango.

Le Fat Ladies della Dinastia Tang sono da considerarsi una manifestazione artistica che unisce simbolismo, estetica e cultura funeraria. Queste statue raffigurano una visione di femminilita che enfatizza la fertilità, l’abbondanza e la bellezza delle rotondità, un ideale molto apprezzato nella società Tang. Le loro forme rotonde e morbide rimangono un ricordo visivo di un’epoca che celebrava la prosperità e la fertilità sotto molteplici aspetti, inclusi quelli spirituali e sociali.

La nostra fat lady non si limita a rappresentare la donna in modo realistico, ma è piuttosto una stilizzazione che ha significati culturali specifici : infatti, in molte culture la donna morbida, sinuosa, è spesso associata alla fertilità, alla capacità di generare vita, un concetto di grande valore, in una società che apprezzava la prosperità famigliare e agricola. Si vuole quindi enfatizzare una figura materna, una dea della fertilità, vista come portatrice di benedizioni e ricchezze.

Le fat ladies non erano solo oggetti d’arte funeraria, ma riflettevano anche la percezione della donna e del suo ruolo nella società Tang. La Dinasia Tang è nota per la sua apertura culturale, le sue politiche di tolleranza religiosa e la sua vita cosmopolita, che includeva influenze culturali dell’Asia Centrale, della Persia e dell’India. 

Tale modello estetico femminile può essere ricondotto alla figura storica della potente concubina Gui Fei che, con astuzia e gran classe, da semplice cortigiana, mise tutti in riga.                                                                                                    E ancora oggi in Cina si parla di lei.

Qui però si finisce nel gossip puro

Quindi il prossimo blog è tutto per lei.