Non chiamateli bottoni -seconda parte-
Seconda parte
I materiali

In principio, il materiale più comune ed utilizzato per la realizzazione dei primi, rudimentali, netsuke era sicuramente il legno ; legno di cipresso, di ciliegio, di bosso, di ebano, di rosa. I primi netsuke vennero scolpiti nel legno di ciliegio, ma anche nel cipresso giapponese, quest'ultimo, molto profumato, risultava, però, troppo tenero e di facile abrasione. Per i pezzi ritenuti maggiormente delicati o con voluttuose incisioni, si cominciò ad utilizzare il legno di bosso : duro, resistente e con una patina brillante. La patina nei netsuke in legno di bosso era una delle caratteristiche essenziali : brillante, lucida e con i toni caldi del marrone intenso, facevano risaltare al meglio i rilievi delle incisioni. Il legno poteva poi essere anche dipinto con colori caldi, utili a far risaltare magari le lunghe vesti di un abito, l'accessorio curioso, l'espressione accigliata di un personaggio. Netsuke più recenti potevano essere dorati o combinati con altri materiali : ad esempio, in una figura antropomorfa, il corpo veniva realizzato in legno mentre il volto in avorio.
L’avorio di elefante veniva usato, principalmente, per i lavori più raffinati. La colorazione andava migliorando con il tempo, assumendo la classica tonalità crema, tanto ricercata. Quando si parla di patina, riferita ad un netsuke in avorio, si intende proprio l’insieme di due fattori : la prticolare colorazione e una sorta di “untuosità” che solo i netsuke d’epoca ne sono caratteristici.
Abbiamo anche la presenza di netsuke realizzati con altre tipologie di avorio : l’AVORIO VEGETALE, ovvero dei sei di una pianta tropicale (semi di corozo), pianta autoctona dell’Equador; i frutti di tale pianta, una volta essicati, sono durissimi e quindi non soggetti a scalfiture o rotture e hanno, altres, una colorazione molto simile all’avorio. Non sono molti i soggetti realizzati con questo materiale che, sì è molto simile all’avorio di origine animale, ma viene considerato molto meo pregiato.
Più comuni sono sicuramente i soggetti realizzati in AVORIO MARINO. In questo caso s fa riferimento alle zanne di tricheco, facilmente riconoscibile in quanto l’interno della zanna risulta essere a chiazze, quindi ben definito come colorazione. Le ossa di balena, anche se materiale meno brillante, erano un’altra valida alternativa.
Altro materiale che vi sarà sicuramente capitato di trovare è la lacca. Questa tipologia di netsuke veniva scolpita da veri e propri artisti specialisti di questa lavorazione, piuttosto che dai consueti carver. I netsuke in lacca possono anche essere annoverati tra i più antichi (ovviamente con le dovute considerazioni : l’utilizzo del materiale non è certezza assoluta di autenticità), in quanto gli artisti andavano ad imitare lo stile degli INRO.
Diverse erano le lavorazioni : a basso rilievo, alto rilievo, nero su nero (considerata la più complessa), lacca rossa intagliata con filamenti in oro opaco ma anche, più particolari, inserti di piccole conchiglie con frammenti in oro brillante.
Insieme a questi materiai che, possiamo considerare i più usuali, si possono trovare anche netsuke realizzati in corno, in osso, in bambù ma anche in giada che, anche se considerato materiale di pregio, non era annoverato tra i preferiti dei carvers; innanzi tutto per la durezza : intagliare la giada, materiale molto resistente per eccellenza richiedeva strumenti e tecniche completamente differenti rispetto a quelli utilizzati per l’avorio o il legno. I pochi esemplari che si possono trovae sono, in raltà, piccoli pezzi di origine cinese, adattati all’occasione a netsuke.